mar 30, 2012

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Muore un parà del 8° Rgt.Guastatori di Legnago

Legnago. Viaggiava verso la «sua» caserma, stava andando al lavoro. Ma la vita del caporal maggiore scelto Giuseppe Scordamaglia, 34 anni, originario della Calabria, è stata interrotta da un camionista che, secondo una prima ricostruzione gli avrebbe tagliato la strada, iniziando una svolta a sinistra, mentre frontalmente arrivava il paracadutista di stanza all’VIII Reggimento Genio paracadutisti, alla Briscese di Legnago. Stava rientrando in caserma in sella alla propria Harley Davidson. Scordamaglia, 34 anni, militare originario di Vibo Valentina, ma residente a Montagnana, è morto ieri sera lungo la “Padana Inferiore”, all’altezza di via Luppia Alberi. Il centauro, viveva in via San Zeno solo da qualche mese, assieme alla moglie Elisa Balbo e alla figlioletta appena nata. Erano le 19.15 e il caporal maggiore stava rientrando in servizio nella caserma di Legnago: dal 2002 era infatti in forza all’VIII reggimento Genio guastatori paracadutisti “Folgore”. Stava percorrendo la regionale 10 verso il Veronese ed era appena uscito dal centro di Montagnana. All’altezza della stazione di servizio Tamoil, la corsa della sua Harley Davidson 1200 è stata bruscamente interrotta da un Iveco Magirus. Il camion, della Rosina Autotrasporti di Este, aveva al volante I.T., 30 anni di Este. L’autocarro, diretto a Montagnana, stava svoltando verso la stazione di servizio. Nella manovra ha però centrato in pieno la moto di Scordamaglia. L’impatto è stato letteralmente devastante. La parte anteriore dell’Harley è andata disintegrata. Da metà sella in poi la motocicletta è scoppiata in mille pezzi. Il trentaquattrenne non ha avuto scampo: il botto violento contro il muso dell’Iveco gli ha tolto la vita sul colpo. Per Scordamaglia non c’è stato scampo.  L’Iveco, nell’entrare alla Tamoil, ha infatti imboccato l’ingresso sbagliato, quello da cui solitamente escono i mezzi che hanno appena effettuato il rifornimento. In via Luppia Alberi sono arrivati a poche decine di minuti dalla tragedia una decina di colleghi di Scordamaglia, accompagnati dal cappellano militare della brigata e dai superiori del trentaquattrenne.  Quando i compagni del caporal maggiore non l’hanno visto arrivare infatti hanno iniziato a cercarlo attraverso il cellulare, temendo che potesse essere accaduto qualcosa di grave, perchè non era da Scordamaglia arrivare in ritardo, anzi lui era sempre in anticipo, sempre al suo posto, mai una parola fuori posto. Poi qualcuno alla sua utenza ha risposto, ma non era l’amico, erano i carabinieri che avevano rilevato l’incidente. «Era un militare preparato e affidabile», ha detto ieri sera il capitano Giuseppe La Ianca, della cellula pubblica informazione dell’VIII Reggimento Genio guastatori paracadutisti di stanza alla Briscese a Legnago, «il caporalmaggiore era stato in tutti i teatri esteri, dal Kosovo al Libano, in agosto era tornato dall’Afghanistan. Era un uomo molto disponibile, sempre pronto a trovare soluzioni. Era orgoglioso di indossare la divisa. Lui era addetto al vettovagliamento. Qualcuno potrebbe sottovalutare incarichi di questo genere. In teatro ci si immaginano Lince e combattimenti, ma essere nutriti, soprattutto in situazioni di forte stress è molto importante. Alle volte anche i rifornimenti mancano e quindi bisogna arrangiarsi con quello che si ha. E lui era bravo anche in questo, anche nelle situazioni di emergenza riusciva a mettere a tavola tutti con qualche sua creazione».

 

Alessandra Vaccari

( per cortesia de : L’Arena.it – Il giornale di Verona – Notizie, Cronaca, Sport, Cultura su Verona e Provincia