mar 14, 2012

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dal sito www.assopar.it sui Marò Italiani in India

Riflessione del colonnello inc. par. Luigi Lupini, sulla vicenda dei marò in India

( che condividiamo pienamente )

 

Riceviamo e pubblichiamo una lettera del colonnello incursore paracadutista (r)  Luigi Lupini. Il colonnello Lupini  arruolatosi nel 1973, ha prestato servizio nel 9°  Reggimento incursori paracadutisti “Col Moschin”, di Livorno, per ben 23 anni, prendendo parte a numerose missioni di mantenimento della pace dell’Esercito Italiano, dal Libano nel 1982, all’Iraq nel 2006. Successivamente ha prestato servizio in qualità di Vice Comandante e in seguito di Comandante del Centro Addestramento Paracadutismo di Pisa, concludendo, di recente,  la sua esperienza nel servizio attivo, ricoprendo un alto incarico all’Istituto Geografico Militare di Firenze. Un uomo e un paracadutista con un bagaglio di esperienze militari, professionali, umane di grande rilievo che merita tutta la nostra attenzione. Ecco come accompagna il testo della sua missiva :

 

Carissimi,
Il basso profilo adottato dalla maggior parte di media e istituzioni sull’evento, particolarmente delicato, dei militari del San Marco, sta toccando gli animi delle persone più sensibili e attente della  società. Ho scritto una lettera con delle riflessioni sull’argomento e l’ho inviata ad alcuni giornali nella speranza che la  ritengano meritevole di attenzione.
La inoltro, per informazione, anche alla Vs redazione sottolineando che, quando ero in servizio al “Col Moschin” (23 anni), ho lavorato diverse volte con reparti o singoli rappresentanti Del S.Marco e posso confermare che il livello di preparazione, serietà, affidabilità e  lealtà sono stati sempre esemplari. Quindi non solo perchè oggetto di soprusi, non solo perchè italiani, non solo perchè militari ma anche perchè sono veramente degli ottimi professionisti, dobbiamo sostenerli n tutti i modi.
Cordiali saluti

Luigi Lupini incs.par.

 

LA MISSIVA AI GIORNALI :

 

Livorno 06 marzo 2012

 

PER CHI

Due militari italiani arrestati in India, siamo alle solite, un’ ennesimo episodio che mette in evidenza il singolare senso dello stato in animo a coloro che in questa nazione gestiscono politica,economia, cultura e informazione. I nostri militari, che da decenni sono costantemente impegnati a tenere alta la bandiera e l’onore dell’Italia, riuscendoci, continuano ad essere trattati come “figli di nessuno”.
A nulla valgono i risultati ottenuti, i riconoscimenti delle popolazioni di ogni etnia ed estrazione, gli apprezzamenti delle autorità in ogni angolo del mondo, il sacrificio estremo, la professionalità, l’equilibrio, la dignità e l’orgoglio di essere italiani con i quali essi operano.
Tutto inutile,  tutto invisibile, tutto impalpabile.
Possibile che  non interessi a nessuno mettere in luce quello che c’è di buono in questa bistrattata Italia. No, non interessa, o forse fa paura scoprire che quelli che da un’agguerrita minoranza – ideologicamente dominante -  sono ritenuti degli ottusi esecutori agli ordini di pericolosi guerrafondai, sono in invece una (non la sola per fortuna) delle realtà più vive, efficienti e virtuose della Nazione, dove vengono coltivati valori e ideali universalmente riconosciuti, indispensabili per determinare i principi che guidano azioni nobili e condivise.
Purtroppo è accaduto anche di peggio! Quanto fango è stato gettato su alcune operazioni condotte all’estero e su alcuni reparti delle nostre FF.AA.? Fango gratuito, frutto di incontinenza ideologica o di speculazione mediatica. Puntualmente lo sporco gioco è stato scoperto, e puntualmente il fango puzzolente è stato rimosso solo da chi ha continuato a lavorare con umiltà e determinazione, nel fango, quello buono, quello fertile, nel quale possono nascere i fiori, dove sudore, senso del dovere e professionalità camminano insieme.
Ora abbiamo due ragazzi che per aver fatto il proprio dovere, nel rispetto delle regole, in nome dell’Italia e non solo, visto che erano li anche per tutelare  legalità, libertà, principi e…interessi non personali, rischiano di essere “giustiziati”.
In un qualsiasi paese d’oltralpe, a tutela dei propri militari e della dignità nazionale si sarebbe scatenata un’offensiva implacabile da parte dei rappresentanti della politica, dell’economia, della cultura e dell’informazione; in altri paesi anche del sud del mondo, la popolazione si sarebbe “indignata”  con marce, sit-in e accampamenti improvvisati nelle piazze, davanti alle ambasciate o  alle sedi istituzionali, magari bruciando qualche bandiera. E da noi?….Il nulla.
Quello che è successo la notte del 15 febbraio 2012 dentro e fuori del  mercantile Enrica Lexie, spiegato nei minimi particolari, dovrebbe essere a conoscenza non solo degli organi istituzionali competenti ma, vista la delicatezza della vicenda, anche degli italiani che magari si preoccupano maggiormante di questi ragazzi che delle  intercettazioni telefoniche, più o meno bollenti, che riempono pagine intere dei nostri giornali.
Sarebbe interessante sapere chi e perchè, con irresponsabile dabbenaggine,  ha permesso la consegna dei due Marò nelle mani di un paese che con l’inganno stava palesemente violando le regole del diritto internazionale, o perchè la diplomazia ufficiale è intervenuta solamente quando la situazione era già compromessa.
Dilettantismo, menefreghismo, superficialità, ingenuità? Comunque un’ingiustificabile comportamento.
Mentre state leggendo, migliaia di ragazzi con le stellette impegnati in Italia o all’estero, i colleghi dei due  militari  “rapiti”,  stanno svolgendo il loro lavoro, come sempre, giorno e notte, al caldo e al freddo, vicino ai rischi e lontano dagli affetti, lo fanno con dedizione, sapendo per quale nobile causa si impegnano, ma…..forse…… dopo questa ennesima manifestazione di latitanza dello spirito di corpo nazionale,  si chiederanno ….PER CHI.

 

Luigi Lupini   incs.par.