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CRONACA DI UN RAID DOLOMITICO
Riceviamo la breve cronaca da due nostri iscritti, del Raid Dolomitico 2013 , organizzato dalla Sezione ANPdI di Treviso.
Da veterani 80G della BAO, non potevamo farci scappare l’occasione di partecipare al 3°Raid Invernale Dolomitico, organizzato dalla Sezione Anpdi di Treviso.
Appuntamento nelle prime ore della mattina presso il Lago di Misurina, sabato 9 febbraio, dove abbiamo conosciuto gli altri partecipanti , provenienti da Treviso, Verese, Verbania, Brescia, Mantova, Pisa e Lucca.
La rigida temperatura di -16° C , ormai un ricordo per noi abitanti di pianura, non ci ha scoraggiato , e approntati gli zaini, ci siamo incamminati per la prima tappa del percorso, che prevedeva il superamento di 1350 mt di dislivello in due ore circa ( da 1000mt a 2350mt) per arrivare alla base della Cima Grande, al Rifugio Auronzo.
Dinnanzi allo splendido scenario che si prensentava dinnanzi a noi, non abbiamo resistito ad urlare “Folgore”, facendo riecheggiare il nostro urlo tra le montagne innevate. Dopo aver constatato che il nostro urlo non aveva causato alcuna valanga, e dopo uno spuntino ristoratore, a -20°C con gli arti intorpiditi, siamo ridiscesi al campo base.
Qui inizia la seconda fase del raid : obiettivo da raggiungere è il Rifugio Magg.Bosi a 2320 di quota.
Preparati gli zaini con l’equipaggiamento per la notte , e pronti ad affrontarla in “truna”, iniziamo la marcia, gravati dagli zaini con circa 15 Kg ciascuno, su una pendenza da togliere il fiato anche ai piu allenati . Arrivati in vetta, e constatata l’impossibilità di costruire le trune a causa della neve farinosa, ci siamo aqquartierati ( dietro specifica autorizzazione) dentro la chiesetta che sovrasta la valle sottostante, in tempo utile per evitare la bufera in arrivo .
Una ottima cena presso il rifugio, innaffiata dalle misture piu alcoliche reperibili sul posto, è stata il preludio alla lunga notte trascorsa a -30° C nei sacchi a pelo sul pavimento della chiesa: al mattino, le nostre borracce contenute negli zaini, contenevano nient’altro che ghiaccio .
Sveglia traumatica quella del mattino…., ma dopo poche flessioni per scaldarci i muscoli, una veloce colazione ed eccoci tutti inquadrati per l’alzabandiera.
Di nuovo in marcia verso le cime del Monte Piana e Monte Piano per la deposizione di una corona, in onore a quei 14000 Caduti per la conquista di lembo di terra grande come un campo di calcio: tre rintocchi di campana, la Preghiera del Paracadutista e l’Onore ai Caduti, per ricordare l’estremo sacrificio di chi è rimasto in quelle valli, per l’eternità.
Terminata la breve ma sentita cerimonia, di nuovo affardellati, ci siamo incamminati per la via del ritorno al campo base.
Consueto scambio di indirizzi, pacche sulle spalle, e strette di mano hanno accompagnato la promessa di rivederci alla prossima edizione del raid che, possiamo riassumere in questi pochi dati :
32 km di montagna innevata percorsi in 12 ore, con il superamento di mt 4600 di dislivelli.
Non male per noi congedati, ventenni come venti anni fa.
Alessandro Rossi & Renzo Stevanoni